Lo scopo principale di queste reti è impedire la caduta da un lucernario in policarbonato e allo stesso tempo non danneggiare la copertura grazie all’installazione di reti anticaduta permanenti metalliche.

Abbiamo già parlato di come la caduta per sfondamento di manti di copertura e lucernari sia una della cause principali di incidenti gravi e mortali per caduta dall’alto e tra i primissimi posti in assoluto tra le cause di morte sul lavoro.

Con questo aggiornamento spieghiamo, i vantaggi e le buone pratiche nell’impiego di reti anticaduta permanenti.

Come prima cosa è sempre bene impedire la caduta anziché arrestarla perché lo sfondamento di un lucernario espone comunque il lavoratore a numerosi rischi anche quando è collegato da una linea vita con la sua imbracatura:

■ ostacoli sottostanti il lucernario che azzerano il tirante d’aria libera quali travi, carriponte, scaffalature, ecc. ecc,
■ difficoltà di recupero e conseguente rischio trauma da sospensione inerte;
■ rischio traumi da impatto sull’imbracatura o pendolamento.

Non creano ostacoli sulla copertura: le reti posizionate sotto o a filo lucernario, agevolano il movimento dell’operatore in copertura soprattutto quando utilizza cordini e linee vita. Rispetto a parapetti e passerelle, impattano meno sulla struttura e sollecitano meno il manto non compromettendone la tenuta all’acqua.

Parliamo di reti permanenti quando le reti vengono installate con uno scopo definitivo e rimangono a protezione contro i rischi di caduta dall’alto per tutte le manutenzioni ordinarie e/o straordinarie in copertura successive alla costruzione dell’edificio.
Un’installazione permanente costa una frazione di quanto potrebbe costare l’installazione di sistemi temporanei utilizzati ogni volta che c’è da fare manutenzione al tetto.

Si parla di reti anticaduta anche nelle varie normative regionali che obbligano all’installazione di sistemi permanenti in caso di nuove costruzioni o modifiche strutturali all’involucro edilizio (bonifica e sostituzione di coperture in cemento amianto, consolidamento antisismico, installazione di impianti fotovoltaici, ecc. ecc.). Ma le differenze non stanno solo nelle modalità e nelle tempistiche d’uso.

Sia le reti permanenti che le reti temporanee devono essere calcolate e verificate da un punto di vista strutturale che vuol dire accettarsi con calcoli ingegneristici che la struttura sulle quali sono fissate sia in grado di sostenere le sollecitazioni di una caduta.
Per assimilazione (technical agreement), su queste tipologie di reti si eseguono test di resistenza come se fossero lastre in fibrocemento ecologico, ovvero secondo la UNI EN 15057:2006 “Lastre nervate di fibrocemento – Metodo di prova per la resistenza all’urto”. Oppure come fossero lucernari in policarbonato, eseguendo test secondo una delle seguenti norme tecniche:

■ la UNI EN 1873:2016 “Accessori prefabbricati per coperture – Cupole monolitiche di materiale plastico – Specifica di prodotto e metodi di prova”
■ la UNI EN 14963:2007 ”Coperture – Lucernari continui di materiale plastico con o senza basamenti – Classificazione, requisiti e metodi di prova”.